(Questa è un’autodenuncia, perchè “basic” è la parola che uso quando non ne ho proprio più per insultare qualcuno)
Ho letto l’ultima newsletter di Becky Malinsky (5 things you should buy) dove parlava della comune tendenza a mascherare il puro piacere di indossare capi basici nascondendosi dietro a un hashtag di TikTok, vedi tutto il trend del quiet luxury/coastal grandmother, clean girl ect..
E ha ragione, a volte uno vorrebbe solo indossare un maglione beige senza dover giustificare il concetto dietro a questa sua scelta. Anzi, forse anche essere basici è proprio un concetto e un’idea da difendere per concedersi un po’ di libertà di pensiero.
Io non sono una fan dei capsule wardrobe, dei colori neutri o dei capi basici. Partiamo da qui. Però ho fatto una selezione di brand che possono rispondere a questa esigenza di autodeterminazione senza rischiare di essere definiti “basici”. Però alcuni di questi sono veramente basicivabenestozittabuonalettura.
Si, sono le tute più belle di tutto l’Internet e sono pure una B Corp. Molto conosciuto ma non abbastanza visto per essere COSÌ basic quindi big up per loro. Attenzione però che non fanno solo tute, tutto il catalogo è bellissimo e va considerato.
Mi piacciono perchè ascoltano molto il feedback della community per collezioni e prodotti. Soprattutto, capiscono che non tutti amano le tshirt bianche e quindi si impegnano a creare dei basici comunque interessanti come forme e colori per poter raccontare la loro missione ad un pubblico ampio e variegato.
Molto carino, polacco e creato in risposta alla continua ricerca del trend del momento proposto. Propone una produzione trasparente e sostenibile, così come le linee e i colori utilizzati.
Sono partiti da una semplicissima t-shirt bianca e non vogliono perdere l’entusiasmo per i basici, celebrandone la semplicità è la funzionalità in tutti i nuovi prodotti. Nella bio c’è una parola che riassume tutto questo “uncomplicated”
Non capisco perchè i francesi hanno questa necessità di sottolineare la premiumness di ogni singolo filo che cuciono, ma questo discorso finisce qui perchè c’è già troppa polemica in questa newsletter. Tutto bellissimo, lavorano molto sull’idea dell’arte di vestirsi per la giornata e i prodotti sono di una qualità molto elevata.
Ovviamente danese e con un’etica produttiva molto solida. Pur essendo basici tutti i capi hanno unicità, colore e un occhio di riguardo all’inclusività e il prezzo è super accessibile.
Dopo questo scouting mi sto convincendo anche io a diventare più basic.
Francesca